martedì 8 febbraio 2011

Quattro bambini rom morti ieri sera a Roma: dichiarazione della Sezione Italiana di Amnesty International

La Sezione Italiana di Amnesty International intende esprimere il proprio cordoglio ai familiari di Raul Mircea, Fernando, Patrizia e Sebastian, i quattro bambini rom morti la sera del 6 febbraio a Roma nell'incendio del riparo di fortuna in cui abitavano, in un accampamento non autorizzato nei pressi della via Appia. Quello di ieri non è, purtroppo, il primo incidente mortale di questo tipo che si verifica in Italia in un accampamento dove vivono comunità rom. L'organizzazione per i diritti umani ritiene che non sia più rimandabile una riflessione attenta sulle politiche realizzate nel paese nei confronti delle comunità rom e sinte, spesso intrappolate in un circolo vizioso di discriminazione e povertà.
Nel settembre 2010, Amnesty International aveva scritto al sindaco di Roma Gianni Alemanno in riferimento agli annunci di un piano di sgombero, apparentemente aggiuntivo rispetto al "Piano nomadi", di 200 accampamenti abusivi a Roma, e all'asserita intenzione di voler tenere il massimo numero di rom a Roma entro le 6000 unità, attraverso gli sgomberi forzati. In tale occasione l'organizzazione aveva ricordato che è vietato dal diritto internazionale utilizzare gli sgomberi come misura deterrente nei confronti della presenza di cittadini stranieri sul territorio.
L'organizzazione per i diritti umani resta in attesa di una risposta, che descriva in dettaglio le misure prese dalle autorità competenti per garantire che qualunque sgombero sia effettuato nel pieno rispetto della normativa internazionale.
Amnesty International ribadisce oggi che una politica di sgomberi forzati senza adeguate alternative abitative non può costituire una risposta alla povertà e all'emarginazione di tante persone rom, le quali vanno anzitutto rispettate nella loro dignità e nei loro diritti umani e coinvolte nelle scelte che le riguardano.
L'organizzazione per i diritti umani chiede che la risposta alla tragedia di ieri non sia un nuovo ricorso a sgomberi forzati, che esporrebbero le persone colpite a ulteriori abusi, quanto piuttosto un'attenta protezione dei diritti umani delle migliaia di bambini, donne e uomini rom che vivono a Roma e in altre città d'Italia, anche attraverso politiche che assicurino il diritto a un alloggio adeguato e l'accessibilità dei servizi.

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