venerdì 6 maggio 2011

Libia, nuovo rapporto di Amnesty International: gli attacchi contro i civili a Misurata possono costituire crimini di guerra

Misurata, un uomo di 72 anni di fronte alla sua casa, bombardata il 9 aprile 2011 © Amnesty International
In un nuovo rapporto sulla drammatica situazione di Misurata, Amnesty International ha affermato che gli attacchi lanciati dalle forze leali al colonnello Gheddafi contro la popolazione civile e le aree residenziali della città assediata possono costituire crimini di guerra.
Il rapporto, intitolato "Misurata: sotto assedio e sotto tiro", accusa le forze di Gheddafi di uccisioni illegali di civili causate da attacchi indiscriminati con artiglieria pesante, missili e bombe a grappolo contro le aree residenziali e dall'impiego dei cecchini contro gli abitanti. Il rapporto documenta anche sistematiche uccisioni nel corso di proteste pacifiche e sparizioni forzate di presunti oppositori, violazioni che possono costituire crimini contro l'umanità.

"La scala degli attacchi delle forze di Gheddafi, che si susseguono senza sosta da oltre due mesi, è veramente terrificante, dimostra un disprezzo assoluto per la vita delle persone comuni e costituisce una chiara violazione del diritto internazionale umanitario" - ha dichiarato Donatella Rovera di Amnesty International, attualmente in Libia.

Amnesty International ha chiesto alle autorità di Tripoli di porre immediatamente fine agli attacchi indiscriminati e agli attacchi diretti contro i civili o contro obiettivi civili.
Da quando a febbraio Misurata ha proclamato la sua alleanza con l'opposizione, le forze di Gheddafi hanno usato le loro posizioni attorno alla città e in centro per lanciare attacchi indiscriminati e senza sosta contro i quartieri residenziali. Numerose decine di abitanti non coinvolti negli scontri armati sono stati uccisi e centinaia feriti, molti dei quali a causa dei razzi Grad da 122 millimetri lanciati da decine di chilometri di distanza e da colpi di mortaio e di artiglieria da 155 millimetri: armamenti impiegabili in campo aperto contro la fanteria o i veicoli blindati ma che il diritto internazionale umanitario vieta tassativamente di usare nei centri abitati. La mattina del 14 aprile, una pioggia di missili ha colpito il quartiere di Qasr Ahmad uccidendo oltre una decina di persone e ferendone un numero maggiore. Molte delle vittime erano in coda per acquistare il pane. Il 15 aprile Amnesty International ha riscontrato prove dell'impiego di mortai contenenti munizioni a grappolo nelle aree residenziali e nel centro della città.

Le munizioni a grappolo, che non possono fare distinzione tra civili e militari, non dovrebbero mai essere usate e il loro impiego in aree abitate è una clamorosa violazione del divieto internazionale di attacchi indiscriminati.
Amnesty International ha inoltre verificato l'impiego dei cecchini, da parte delle forze di Gheddafi, nelle zone sotto il controllo dell'opposizione armata, per colpire gli abitanti e impedire loro di muoversi liberamente.
Ibrahim Ahmad al-Dernawi, un uomo di 33 anni, padre di tre figli, è stato ucciso nell'abitazione dei suoi genitori, apparentemente da un cecchino. Suo padre ha dichiarato ad Amnesty International: "Teneva suo figlio di sei mesi in braccio e stavamo parlando. Improvvisamente si è sentito il rumore di un vetro che andava in frantumi, ma la finestra non aveva sbattuto. Poi ho visto il sangue che usciva dal volto di mio figlio. È morto subito".
 
Molti abitanti di Misurata sono rimasti bloccati per settimane nelle zone più a ridosso della linea del fronte, particolarmente dalle parti di viale Tripoli, senza poter uscire di casa per paura di essere uccisi dai cecchini.
Amnesty International ha anche riscontrato elementi che fanno supporre che le forze di Gheddafi abbiano usato scudi umani. Nel quartiere di Gheiran, a sud est del centro di Misurata, i carri armati erano posizionati accanto a edifici civili, nel tentativo apparentemente deliberato di proteggersi da possibili attacchi aerei.
L'uso degli scudi umani è una violazione del diritto internazionale umanitario e costituisce un crimine di guerra.
Il rapporto di Amnesty International mette in luce il dramma di migliaia di migranti rimasti bloccati nel porto di Misurata e che ora sempre di più sono sotto il tiro delle forze di Gheddafi, che tentano di privare gli abitanti dell'ultima via di salvezza rimasta verso il mondo esterno.
Il 4 maggio, due bambini di meno di due anni e i loro zii, provenienti dal Niger, sono stati uccisi durante un attacco missilistico mentre attendevano di essere evacuati dalla città.

Amnesty International ha chiesto alla comunità internazionale di sostenere le indagini internazionali sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, in particolare quelle della Corte penale internazionale e della Commissione d'inchiesta istituita dal Consiglio Onu dei diritti umani.
Il 4 maggio il procuratore della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, ha informato il Consiglio di sicurezza che chiederà ai giudici della Corte di emettere mandati d'arresto nei confronti di tre persone per crimini contro l'umanità commessi in Libia.

"Negli ultimi mesi, per la gente di Misurata non c'è stato un posto dove cercare salvezza o chiedere aiuto" - ha dichiarato Rovera. "La comunità internazionale deve dare tutto il sostegno possibile, finanziario, legale e pratico, agli organismi che cercano di portare di fronte alla giustizia i responsabili di possibili crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi a Misurata e in altre parti della Libia".

Ulteriori informazioni
Il rapporto "Misurata: sotto assedio e sotto tiro" si basa sulla presenza di Amnesty International in città dal 14 al 20 aprile e su una missione in Tunisia, dal 6 al 20 aprile, nel corso della quale l'organizzazione per i diritti umani ha incontrato abitanti di Misurata e loro familiari che erano stati evacuati per ricevere cure mediche.
 

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