giovedì 23 giugno 2011

Russia: attivisti Lgbt a rischio di violenze e arresti


Riga Pride©Amnesty International
Le autorità di San Pietroburgo, Federazione Russa, hanno negato ad attivisti dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) il ​​diritto a organizzare un Pride slavo, previsto per il 25 giugno. Si teme che la polizia possa arrestare i manifestanti pacifici. Ci sono state, inoltre, minacce di violenza da parte di gruppi che contestano i diritti Lgbt.
 
A giugno i membri dell'organizzazione Ravnopravie (Uguaglianza) hanno comunicato alle diverse amministrazioni distrettuali di San Pietroburgo l'intenzione di svolgere una manifestazione pacifica per i diritti delle persone Lgbt in Russia e non solo. In base a una legge su riunioni pubbliche e manifestazioni, le autorità possono suggerire un luogo o un momento diversi da quelli previsti per un evento pubblico, se ci sono obiezioni legittime.

Diversi distretti hanno risposto proponendo sedi alternative non adatte all'evento, come boschi lontani e siti industriali e con motivazioni arbitrarie sul perché il Pride non potesse tenersi nell'area inizialmente proposta. Per esempio, l'amministrazione del distretto Vasileostrovskii ha informato il Ravnopravie che il percorso proposto, lungo le rive del fiume Neva, avrebbe distratto gli automobilisti nel traffico e, quindi, avrebbe potuto causare incidenti. Il Ravnopravie e altri attivisti stanno ancora cercando di giungere a un accordo con le autorità su un'area adatta, dove svolgere il Pride slavo.

Amnesty International teme che, se le autorità non si accorderanno su un'area adeguata all'evento, è probabile che dimostranti pacifici per i diritti delle persone Lgbt saranno trattenuti dalla polizia e potrebbero essere attaccati da contromanifestanti nel caso in cui si decidesse di realizzare comunque l'evento.

Manifestanti antigay hanno ripetutamente invocato la violenza contro gli attivisti Lgbt. Il 17 giugno, un gruppo a San Pietroburgo ha organizzato un "esorcismo pubblico" del movimento dei diritti dei gay, che prevedeva di avvolgere una bara in una bandiera arcobaleno e di "accoltellarla". La polizia non è intervenuta. I manifestanti hanno anche chiesto le dimissioni del capo del distretto Moskovskii di San Pietroburgo, perché aveva autorizzato una manifestazione contro l'omofobia nel maggio 2011.
 
 

Nessun commento:

Posta un commento