martedì 22 marzo 2011

Siria, morti durante le proteste: occorre indagine indipendente

Amnesty International ha sollecitato le autorità siriane ad avviare un'indagine indipendente sulla morte di almeno sei manifestanti antigovernativi durante le recenti proteste di Daraa, nel sud del paese.

Le forze di sicurezza hanno ucciso quattro manifestanti venerdì 18 marzo e un quinto domenica 20. La sesta vittima, un ragazzo di 12 o 13 anni, è deceduta lunedì 21 per aver inalato gas lacrimogeno il giorno prima. Decine di persone sono state ferite da pallottole di gomma o per aver inalato gas lacrimogeno e un numero ancora maggiore è stato arrestato.

Come in altre città della Siria, le persone scese in strada chiedono maggiore libertà, la fine della corruzione e, per quanto riguarda Daraa, il rilascio di oltre 30 bambini (molti dei quali intorno ai 10 anni di età) arrestati settimane fa per aver scritto su un muro "La gente vuole la caduta del regime".

Sabato 19 marzo, l'agenzia di stato Sana ha comunicato che il ministero dell'Interno aveva nominato un comitato per indagare sulle violenze. Amnesty International ritiene che sull'indipendenza di questo organismo vi siano forti dubbi.

Le autorità siriane non sono rinomate per le indagini sulle uccisioni delle loro forze di sicurezza. Anche nei casi in cui queste vengono annunciate, i loro risultati non vengono quasi mai resi pubblici.

Ad esempio, nel luglio 2008, l'agenzia Sana annunciò l'apertura di un'indagine su una rivolta nel carcere militare di Saydnaya, al termine della quale si erano perse le tracce di almeno 52 prigionieri. Nonostante le ripetute richieste di Amnesty International, le autorità non hanno mai fatto sapere l'esito dell'indagine né se siano stati processati eventuali responsabili.

Nel marzo 2004, le forze di sicurezza uccisero almeno 36 persone, per la maggioranza curde, nel corso di proteste nel nord-est del paese. Anche in quel caso, non è noto se sia stata svolta un'indagine.

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